Fuori controllo. Idee militari di un mondo in disordine

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Deriveapprodi 2002

Brossura editoriale con risvolti, in 8vo, pp. 200

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Descrizione

Da circa un decennio il principale problema degli Stati occidentali sembra essere quello della sicurezza. Per mantenere un ordine fondato sulla propria supremazia politica ed economica, l’Occidente si serve di un efficiente apparato militare, pronto a intervenire su larga scala per contrastare e colpire ogni forma di insurrezione che minacci di incrinare il suo predominio nel campo delle risorse economiche e del comando politico.

Dall’intervento in Afghanistan alla guerra del Golfo, numerosi sono gli esempi di questa nuova «mobilità bellica» che ha come scopo il controllo della frammentazione e dell’instabilità del sistema internazionale

Tale paradigma non è semplicemente ingiusto e inaccettabile, ma nemmeno sostenibile in termini militari. Le politiche di sicurezza messe in atto dalle società occidentali non tengono conto infatti della debolezza dei moderni Stati urbani industriali di fronte a forme di guerra asimmetrica o a nuove minacce quali le armi biologiche. L’11 settembre a New York lo ha indubbiamente dimostrato

Dopo la Guerra fredda il mondo si trova a far fronte a una situazione internazionale, in cui i problemi di sicurezza non provengono da «minacce» strategicamente architettate, ma da problemi scaturiti dal divario tra nazioni ricche e nazioni povere e da questioni ambientali di primaria importanza per il nostro futuro, come l’acqua e la distribuzione delle risorse agricole e alimentari. Occorre ripensare radicalmente le politiche di sicurezza applicate su scala globale, a partire dalla fine delle disuguaglianze sociali ed economiche prodotte dalla globalizzazione e dalla ricerca di nuovi strumenti per uno sviluppo più equo e sostenibile

Fuori controllo, scrive Scilla Elworthy, direttore dell’Oxford Research Group, è un libro destinato a «diventare una bibbia per chiunque sia interessato ai veri problemi della sicurezza internazionale», mentre per l’ammiraglio Richard Cobbold della Marina militare britannica, «Paul Rogers è uno di quei tipi pericolosi che possono farti cambiare idea».

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