Descrizione
“Giacchetta Bianca è una storia semplice: la vita di un giovane marinaio, di Melville stesso, su una nave da guerra americana dell’800.
Dall’esperienza compiuta durante l’annata trascorsa a bordo della grossa fregata l’autore trae osservazioni acute e interessanti sul modo di vivere di ufficiali e marinai e sulla costituzione stessa della nave.
Il metodico ripetersi degli avvenimenti quotidiani, l’appassionata difesa dei diritti dei marinai sostenuta con l’asserzione della necessità di revisione dei regolamenti del mare, la magistrale descrizione dell’amputazione della gamba di un marinaio compiuta a bordo dal chirurgo della flotta – lo straordinario Cuticle – il ritratto dei più pittoreschi lupi di mare, le emozioni provate durante i momenti più pericolosi della navigazione, e tanti altri ancora sono i motivi e gli argomenti sempre diversi su cui si articola il lungo racconto di Melville. Ma vi è un motivo che domina su tutti gli altri e che ne costituisce al tempo stesso il sottofondo e il movente: il mare.
Il mare, la grande forza disintegrativa che bruciava e travolgeva i deboli, cosicché la psiche stessa degli individui ne era distrutta diveniva irritabile, quasi disumanizzata. L’uomo, allontanato dal comune piano degli altri simili, era ridotto a se stesso, combatteva l’elemento e, nella sua mistica ostilità, s’innalzava alla vita consapevole, quando dopo il delirio, la veglia, il digiuno, e le allocuzioni al cielo, non era travolto. E, inteso soprattutto in questo senso, Giacchetta Bianca costituisce una necessaria introduzione a Moby Dick, l’opera senz’altro più famosa del grande scrittore americano: rappresenta infatti la prima testimonianza di quell’amore ironico e estroso, devoto e magico per il mare e per il miracolo del mare che sottende nella sua forma più caratteristica l’arte di Melville.”