Descrizione
Il volume parte da una considerazione non solo geografica, ma anche geopolitica. Oltre metà della crescita del 2004 si realizza nel Sud-est asiatico: ciò accade per la prima volta dalla rivoluzione industriale e capovolge i rapporti di base nella forza economica dei paesi e dei blocchi, anche se all’Occidente rimangono notevoli vantaggi tecnologici, militari e politici.
A cambiare il mondo è anche la strategia politica ed economica degli Stati Uniti, la loro evoluzione giuridico-istituzionale, i tentativi di esportare quel sistema al resto del mondo. C’è però una debolezza americana: e questa deriva, oltre che da una congiuntura dubbia, dall’incapacità di imporre ordine nei prezzi delle materie prime – in particolare del petrolio – intrecciata a quella di imporre un ordine politico-militare in Medio Oriente.
L’Europa, vissuta ai margini del sistema globale degli anni Ottanta-Novanta, propone oggi una sfida, che emerge nei tentativi di riforme dell’autunno 2004: coniugare solidarietà ed efficienza, proponendo un benchmark per il mondo, così come l’euro si propone quale moneta di riserva in parziale alternativa al dollaro.
E l’Italia? Partendo dai risultati ormai acquisiti che parlano di una vulnerabilità dell’industria italiana, sovrapposta a una più vasta debolezza del paese, si segue un percorso insolito per andare alle radici del «male italiano» e cercare di scoprire se, come dice un vecchio adagio inglese, esistano dei bordi d’argento alla nuvola nera.