Poesie edite e inedite

A cura di Italo Calvino
Einaudi 1970
Copertina rigida con sovraccoperta illustrata, in 8vo, pp. 254
Buone condizioni, minime mende alla sovraccoperta, piccola dedica, pagine molto bene

COD: S14.598/811 Categorie: ,

Descrizione

Questo volume raccoglie, in ordine cronologico, tutte le poesie di Pavese, dai primi esperimenti di «poesia-racconto» primi scritti a ventidue anni, fino al Last blues, di pochi mesi prima del suicidio. Delle 125 poesie del volume, 35 costituiranno una novità per i lettori di Lavorare stanca e di Verrà la morte e avrà i tuoi occhi: 29 di esse sono assolutamente inedite, ritrovate tra le carte di Pavese (in stesure definitive o ricostruite sulle minute) e pubblicate soltanto nella prima edizione a tiratura limitata di Lavorare stanca (1936) ed eliminate nelle edizioni seguenti. Gli inediti vanno da Le maestrine del 1931, ancora ingenuo ma mosso da una pungente freschezza, a due poesie amorose finora sconosciute del 1946.
La disposizione cronologica e le note di questa edizione permettono di seguire lo sviluppo della poesia pavesiana dai primi passi che il giovane studioso di Omero e di Walt Whitman compiva alla ricognizione del suo mondo oggettivo agricolo e metropolitano, e del suo mondo soggettivo, della sua autobiografia interiore. Particolare interesse in questo senso ha l’inedito Il ragazzo che era in me, per la definizione psicologica che balena da un ricordo infantile. Altri inediti appartengono alla fase della più matura rappresentazione realistica della campagna piemontese (Proprietari) o del proletariato cittadino (Ozio) con la sempre presente componente lirica d’esasperazione amorosa (le due poesie intitolate Il vino triste) e si affiancano così alle pagine più rappresentative di Lavorare stanca, Come Antenati, Incontro, Casa in costruzione, Esterno, Ulisse. Un gruppo che prende particolare risalto è quello delle sedici poesie scritte da Pavese mentre era confinato politico in Calabria nel 1935-I936. Immediatamente seguente è il gruppo delle inedite Poesie del disamore, scritte in gran parte dopo il ritorno dal confino, nel periodo di estrema amarezza di cui finora solo il diario ci aveva dato testimonianza. La vena della « poesia-racconto» si avvia all’esaurimento verso il 1939 (pur dandoci allora alcuni dei suoi risultati più compiuti, come Il Carrettiere): Pavese ha scelto la sua nuova strada dedicandosi alla narrativa. D’allora in poi i suoi versi- nei tre piccoli canzonieri d’amore del 1940, 1945, 1950 – saranno essenzialmente lirici, con una metrica rapida e musicale che si stacca nettamente da quella di Lavorare stanca.
Nelle note, Italo Calvino ripercorre sui manoscritti la storia di molte poesie, attraverso correzioni delle minute e successive stesure. Così è seguita la laboriosa genesi dei Mari del Sud, da cui prende le mosse tutto Pavese, poeta e narratore. Un particolare studio è dedicato alle poesie politiche degli anni 1932-34 (Fumatori di carta, Legna verde, Una generazione) rari documenti di una letteratura «impegnata> avanti-lettera, che porta su di sé l’ombra della sconfitta dell’ondata rivoluzionaria proletaria del primo dopoguerra. Allo stesso modo, delle poesie più dense di pregnanza psicologica ed esistenziale, le note interpretative e filologiche di Calvino cercano di diradare oscurità e mettere in rilievo i motivi ispiratori. Della drammatica lirica in cui Pavese preannuncia la propria fine, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, sono riprodotte tutte le varianti della minuta.

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