Descrizione
Un gruppo di giovani provenienti da Ancona, su un treno diretto a Roma “per la più grande manifestazione politica del dopoguerra”: di solito se ne stanno giorno e notte, su, ad Ancona, “seduti tutti a Piazza Cavour a non fare un cazzo”. Ma stavolta hanno deciso di esserci, di partecipare
Miklis, voce narrante di questo romanzo di Michele Monina, racconta lungo il percorso del viaggio i suoi compagni, le loro vite, l’amicizia che li unisce: ce li presenta con discrezione, in rapidi ritratti essenziali, mostrando di loro ciò che pensano e che dicono, ciò in cui credono e che non fanno, ciò che non sempre hanno la forza di fare.
I capitoli si susseguono l’un l’altro come le stazioni di fermata attraversate dal treno. Man mano che il treno si avvicina al termine finale della sua corsa, il quadro si compone e la tensione aumenta, fino all’epilogo volutamente annunciato: l’arrivo a Roma in un mare di bandiere rosse al vento, i cori contro Bossi, Fini e Berlusconi, la tribù degli esclusi, dei diseredati che canta, che balla, fa festa. Tutti i senza-lavoro, tutti i senza-diritti, tutti i senza-parola. Da ogni parte d’Italia
Infine, gli scontri di piazza, la guerriglia: lanci di lacrimogeni e di molotov, colpi di manganelli nel mucchio, fuga nei vicoli come topi braccati… il caos. Al termine della battaglia, si conteranno “quattro poliziotti in meno”: quattro poliziotti lasciati morti sull’ennesima strada bagnata di sangue. Ma la guerra – c’è da scommetterlo – non è ancora finita. Così come l’ingiustizia e la rabbia di tutti quelli che ne subiscono l’offesa.